Troppe le aurore
che sfumano la luna
troppe quelle che mi vedono
ancora con gli occhi spalancati
non m'incantano più
le conosco a memoria
sempre gli stessi colori
sempre le deluse speranze
potessi dormire e non sognare
raccogliermi a guscio
e non tremare al pensiero
degli incubi che si presentano
sono mostri, idre, teschi, catastrofi
clangori del passato
echi di una stagione ormai sfumata
di un ieri che non ritorna
dove sono le immagini rassicuranti
vive e intessute con fili d'argento
in cui era dolce abbandonarsi
attendendo il domani?
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